Chiese Minori

Santuario della Madonna dell’Incancellata

incanc1In località “Casalini” o “Pozzo Antico” sorgeva una piccola edicola sacra dove era dipinta una immagine della Vergine che allatta il Bambino. Tale figuretta era di proprietà della famiglia Martinelli di Corinaldo che nel 1586 la donò all’Arciconfraternita del Gonfalone di Corinaldo già proprietaria della Chiesa di Santa Maria di Piazza. Negli anni successivi l’edico­la, posta più a valle rispetto alla chiesa attuale, venne trasportata dove si trova attualmente e attorno ad essa fu costruita una prima piccola chiesina che corrisponde all’odierno presbiterio delimitato dalla grande numero di fedeli e pellegrini che vi si recavano per adorare la sacra e miracolosa immagine convinse i confratelli del Gonfalone ad erigere una casa per il custode e una loggia per il ricovero dei pellegrini, trasfor­mata poi in chiesa. Davanti ad essa correva un piccolo rivo d’acqua che in un pozzo creato dentro la chiesa e dalla quale pro­venivano miracolose guarigioni. Prelati, cardi­nali, principi assieme a semplici uomini accor­revano numerosi per venerare questa sacra icona e per bere o lavarsi in questa prodigiosa acqua.

Nel 1690 la chiesa venne ricostruita, tranne che per la parte retrostante la cancellata costruita nel 1625, nelle forme attuali e in quel­la occasione l’allora rettore don Filippo Fontini fece dipingere da Giovanni Anastasi il San Gaetano ora collocato nell’altare di destra.

Chiesa dei Santi Lorenzo ed Ippolito

Posta nelle vicinanze dell’attuale villa Cesarini la chiesa venne innalzata nel 1669 per volere di Bartolomeo Spadoni e portata a termine da suo figlio Domenico. Questa chiesa sostituì la più antica chiesa di San Lorenzo, segnalata già nel XIII secolo che sorgeva dove oggi si trova una piccola edicola all’incrocio tra via San Lorenzetto e Via del Montale. Questa antica chiesa abbandonata nel Medioevo restò nella memoria degli abitanti del posto che alcuni secoli dopo decisero di costruire una nuova chiesa dedicandola al precedente Santo. Nel 1750 il piccolo oratorio era ancora dedicato al solo San Lorenzo e nell’unico altare vi era un dipinto coll’immagine di detto Santo e le Anime del Purgatorio. Alcuni anni dopo Francesco e Giovanni Battista Spadoni rico­struirono una nuova chiesa, l’attuale, a pianta centrale e di modeste dimensioni, per il solo uso privato e la vollero dedicare oltre che a San Lorenzo anche a Sant’Ippolito, forse in onore del cardinale Ippolito dei Rossi, Marchese di San Secondo e vescovo di Senigallia che la benedì il 17 settembre del 1765. La tela posta sull’unico altare del piccolo oratorio raffiguran­te l’Immacolata Concezione con i Santi Ippolito di Roma e Lorenzo eseguita in occasione della ricostruzione settecentesca è oggi esposta nella Pinacoteca comunale di Corinaldo. L’edificio, neoclassico, ornato di stucchi, e non più offi­ciato è oggi di proprietà degli Istituti Riuniti di Beneficenza.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia

prod021La chiesa venne costruita in occasione della epidemia di peste che colpi il territorio di Corinaldo nel 1454. La Madonna della Misericordia veniva invocata in tali dolorosi momenti affinché, così come raffigurata nel dipinto che orna l’altare maggiore, sotto la sua ampia veste proteggesse l’umanità dalle frecce pestilenziali che la colpivano. L’edificio antica chiesa, quella di San Cristoforo di Campolongo, andata distrutta alla fine del Trecento, e che sorgeva a qualche centinaio di metri in direzione monte. La primitiva chiesa di Santa Maria della Misericordia, a seguito di un movimento franoso, venne demolita e qui rico­struita, nelle forme attuali, per volontà del cori­naldese Giovan Battista Ottaviani senior, agli inizi del Seicento.

Chiesa di San Vincenzo

sanvincenzoLa chiesa situata in contrada Selvagrandeo Casamurata venne costruita nel 1735 dal signor Giuseppe Maria Sandreani e fratelli, poco lon­tano dalla loro casa di villeggiatura, per como­dità di prendere parte alle funzioni religiose. La chiesa era in origine dedicata al culto dell’Angelo Custode la cui festa si celebrava il 2 ottobre e la cui immagine sacra ornava l’alta­re della chiesa. Con gli inizi dell’Ottocento la chiesa compare con il titolo di San Vincenzo e nel frattempo era passata di proprietà di Camillo Martorelli erede della famiglia Sandreani. Martorelli erede della famiglia Sandreani..

Questa chiesa sorgeva lungo via San Vincenzo nell’edificio, ora trasformato in abita­zione, di proprietà della famiglia Rocco di Ancona. Questa chiesa fu poi abbandonata e al suo posto nel 1949 venne ricostruita l’attuale alla sommità della collina anch’essa dedicata a San Vincenzo.

Chiesa di San Isidoro

sanisidoro1Le Prime notizie relative alla chiesa di San Isidoro risalgono alla fine del1700, quando la chiesa viene indicata nel manoscritto di Mons. Bernardino Montanari conservato nell’Antico Vescovile di Senigallia. Proprietaria dell’edificio era la famiglia ciani di corinaldo.La chiesa era annessa ad una casa rurale e sorgeva in adiacenza dell’attuale abitazione della famiglia Antonietti Urbano all’incrocio tra via San Isidoro e la strada dei Troiani La contrada di Sant’Isidoro fu l’ultima, in ordi­ne di tempo ad essere servita di chiesa, anche se nel Medioevo lungo l’attuale strada del Perino sorgeva una chiesa dedicata a Santa Cecilia.

L’abbandono poi delle aree più periferiche rispetto al centro abitato di Corinaldo deter­minò lo spopolamento della contrada che tornò ad essere abitata alla fine del 1500 con la nuova messa a cultura delle campagne più periferiche. Il ripopolamento della zona rese viva nei colo­ni l’esigenza di dotarla di un edificio sacro dove fosse possibile prendere parte alle celebrazioni liturgiche. La vecchia chiesa di Sant’Isidoro, quella vicino alla casa della famiglia Antonietti continuò ad essere officiata sino al 1948 anno in cui venne aperta al culto la nuova ed attuale chiesa.

Chiesa di Sant’ Apollonia

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E’ questa una delle più antiche chiese del terri­torio di Corinaldo. Le prime notizie di carattere documentario ad essa relative risalgono all’an­no 1090. In un documento di quel tempo si parla della chiesa di Santa Maria delle terre (così allora si chiamava) e della sua donazione fatta da Torricella figlia del fu Atto al monaste­ro di Santa Maria in Portuno. Notizie sulla chie­sa si hanno anche per i secoli successivi e si sa che nell’anno 1389 l’allora vescovo Giovanni Faitani affidò questa chiesa, assieme ad altre, a don Pascuccio di Cagli rettore della Chiesa di San Pietro di Corinaldo, trasferendogli anche la proprietà dei beni ad esse pertinenti. La chiesa è ricordata anche dal Cìmarelli che la chiama Santa Maria degli Olmigrandi, a ragione di tre grandi olmi che gli crescevano appresso, e di essa dice che era molto antica. la chiesa sorge­va allora non dove si trova attualmente, ma sopra all’odierno edificio, alla sommità del colle, dove è rimasta -sino agli inizi di questo secolo, quando ormai vecchia e cadente venne demolita e ricostruita. e officiata nell’anno 1914.

E’ forse tra il 1700 e il 1800 che la chie­sa cambia nome allorché abbandona la dedica­zione alla Madonna per assumere quello di Santa Apollonia. In un inventario della chiesa compilato attorno alla metà del XVIII secolo è ricordato un dipinto raffigurante detta Santa, mentre in un altro documento del 1862 si parla esplicitamente della chiesa di Santa Apollonia e si espone la proposta di cedere la vecchia chie­sa sulla sommità del colle per costruirne una nuova dove sorge l’edicola sacra dedicata alla Madonna della Concezione. Tale progetto come si è già detto solo in parte verrà realizzato. Il vecchio edificio venne abbandonato, ma la nuova chiesa fu costruita più a monte rispetto all’edicola posta nell’incrocio.

Chiesa di San Domenico

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Scrive Vincenzo Maria Cimarelli, nella sua storia di Corinaldo, che nel 1616 Domenico Brunori, nobile cittadino molto devoto verso San Domenico, decise di edificare una chiesa su un suo terreno posto verso le rive del fiume Nevola e di dedicarla a detto Santo. In precedenza la contrada, per diversi decenni era rimasta senza un luogo di culto, in quanto la più antica chiesa era stata abbandonata alla fine del XV secolo.

La chiesa precedente, dedicata a San Paterniano, sorgeva lungo l’ attuale via Coste ai confini con Ripe ed Ostra. Vicino ad essa era un monastero spettante in origine a quello di San Gaudenzio di Senigallia, poi più tardi, durante il XIV secolo passò all’ abbazia di Sitria. Quando nel corso del Quattrocento una grave crisi economica e demografica colpì Corinaldo al pari dell’ intera Penisola le campagne si spopolarono e molte chiese periferiche, come questa di San Paterniano di Mampula, vennero abbandonate e caddero in rovina. Solo alla fine del Cinquecento si assistette ad una ripresa demografica e ad un ripopolamento delle aree più decentrate quale questa di San Domenico.

Chiesa di Santa Liberata

 La chiesa ora detta di Santa Liberata costruita nel 1616 per volontà, e a spese di Antonio Poloni e Sebastiano Tadei, venne eretta nei pressi di una strada pubblica vicino all’ incrocio tra le odierne via Ville, via Santa Liberata e la strada del Borghetto. In origine la chiesa assunse il nome di Santa Maria delle Grazie, poi mutato nel corso dei primi anni del Settecento in Madonna della Neve di Santa Maria, delle Ville di San Pietro. La chiesa veniva officiata tutte le domeniche e le feste di precetto da un cappellano mantenuto dai fedeli della contrada. La chiesa venne ampliata nel 1733 ed undici anni dopo fu acquistata una casa ad essa adiacente trasformata in sacrestia nel 1745, in occasione dei lavori di sistemazione dell’ edificio. Nella chiesa vi erano due altari: il maggiore con un dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni e Giuseppe e un altro dedicato a Santa Liberata con un dipinto che raffigurava detta Santa. Tra la fine del Settecento e gli inizi del secolo successivo la chiesa assunse il titolo di Santa Liberata, alla quale, come si è detto in precedenza, era dedicato un altare laterale. In un documento del 1809 la chiesa di Santa Liberata viene detta angusta e di cattiva struttura, ma si decide di restare aperta per comodo della popolazione che abita nella contrada e soprattutto dei vecchi impossibilitati a recarsi a Corinaldo per ascoltare la messa, specialmente in inverno.

Chiesa di San Giovanni dei Padri cappuccini

cappuccini1I frati Cappuccini giunsero a Corinaldo nel 1540 chiamati dal comune affinché aprissero una loro comunità nel territori. All’ inizio i frati abitarono nell’ eremo della Santissima Trinità e San Cristoforo posto dove ora sorge il villino Venturoli Orlandi Romaldi lungo il viale degli Eroi. Poi nel 1574, essendo l’ eremo della Trinità quasi cadente, l’ allora rettore e pievano della chiesa parrocchiale di San Pietro Francesco Orlandi, donò alla comunità dei cappuccini un appezzamento di terreno con sopra la chiesa di San Giovanni e una piccola casa affinché vi costruissero un nuovo convento.

La chiesa di San Giovanni era di antica fondazione ed esisteva già nel XII secolo. Questa chiesa visse autonomamente fino al 1389 anno in cui venne affidata dal vescovo di Senigallia, Giovanni Faitani, al rettore di San Pietro di Corinaldo, don Pascuccio di Filippo di Cagli.

Con questa unione, determinata dallo stato di abbandono e povertà in cui versava, la Chiesa di San Giovanni cessò di essere autonoma per diventare parte dei beni della parrocchia. Dopo essere passata di proprietà dei padri cappuccini la chiesa venne ricostruita assieme al nuovo convento e i lavori furono terminati nel 1576. Ma poiché l’ edificio fu edificato su fondamenta instabili agli inizi del secolo successivo, minacciando rovina, il comune provvide, come nel 1574, a far costruire un nuovo convento e una nuova chiesa, la stessa, chi con i successivi lavori di restauro susseguitisi nei diversi periodi è giunta sino ai giorni nostri.

Chiesa di Sant’Anna

santannaLa chiesa di Sant’ Anna venne costruita nei primi anni del XIV secolo per opera dell’ ordine ospedaliero di Santo Spirito cui appartiene, ininterrottamente, sino alla soppressione dell’ ordine decretata da Pio IX. La chiesa con il contiguo ospedale sorgeva dove si trova ancora oggi e il suo rettore era nominato dal precettore dell’ ordine.   Il rettore, indicato con il titolo di “hospitalarius” dell’ ospedale di Sant’ Anna era tuttavia sottoposto alla autorità del pastore diocesano al quale doveva inoltre versare la decima. Nel corso del XV secolo Sant’Anna perde la caratteristica di luogo assistenziale e del suo ospedale non si hanno più notizie. Durante lo stesso secolo Sant’ Anna viene scelta quale protettrice di Corinaldo, così come è attestato dai diversi documenti dell’ epoca. Questa scelta venne poi confermata dalla Sacra Congregazione dei Riti il 20 marzo 1728. L’ attuale edificio risale alla seconda metà del XVIII secolo e conserva il pregevole affresco della fine del XV secolo dove sono rappresentati Sant’ Anna che tiene sulle ginocchia la Vergine che, a sua volta, regge il Bambino benedicente.

Chiesa della Madonna Addolorata

La chiesa dell’ Addolorata e il contiguo ex convento delle suore benedettine vennero innalzati nella seconda metà del XVI secolo. L’ odierno complesso monastico così edificato negli anni successivi al 1637 poggia su due lati sulle mura urbane mentre la chiesa sorge sulle fondamenta della distrutta rocca di Corinaldo esterna alla cinta di difesa, ma ad essa contigua. La primitiva chiesa di forma rettangolare venne demolita negli anni Trenta del XVIII secolo perché “alquanto umida per avere la strada vicino al muro anteriore molto alta” e al suo posto , tra il 1740 e il 1755, ricostruita l’ attuale, consacrata dal vescovo Ippolito De Rossi il 30 settembre 1755.  La nuova chiesa, nei documenti dei primi anni dell’ Ottocento è ricordata “ di buona architettura, asciutta, in ottimo stato e di molto comodo”. Agli inizi di questo secolo la chiesa, dedicata fin dalla sua fondazione a Sant’ Anna, prese il nome attuale. Essa si presenta oggi a pianta centrale, con cupola e lanterna si ornata da un elegante e ricco interno rococò con tre altari e quattro pregevoli porte lignee sormontate da tele raffiguranti santi benedettini. Nell’ altare maggiore sono conservate la statua del Cristo morto e della Madonna Addolorata che vengono portate processionalmente per le vie della città la sera del venerdì Santo. Nella cantoria lignea sopra la porta d’ ingresso è un pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Callido.

Chiesa del Suffragio

La chiesa del Suffragio, fondata dall’ omonima confraternita, venne qui eretta per volontà del capitano Pier Agostino Orlandi che donò allo scopo parte di una propria casa poi demolita per far posto alla nuova chiesa. I lavori per la sua costruzione terminarono alla fine del 1640 e il sei gennaio successivo venne solennemente benedetta da don Luigi Brunori vicario foraneo di Corinaldo. Il giorno prima, sull’ altare maggiore della medesima, veniva collocato il dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Giuseppe, Francesco, Tommaso Apostolo, Nicola e Andrea Apostolo, opera del pittore Claudio Ridolfi. Questa prima chiesa venne poi demolita, quindi ricostruita e riaperta al culto l’ anno 1779 ricollocandovi il dipinto del veronese che ancora l’ adorna. L’ elegante facciata della chiesa, scandita da colonne, capitelli e lesene è in cotto e termina con un coronamento a timpano. L’ interno ellissoidale, con volta a cupola a cassettone, oltre al già ricordato dipinto, conserva un interessante pavimento decorato con motivi geometrici

Chiesa di Sant’Agostino ora Santuario Diocesano di Santa Maria Goretti

santuariomariagorettiLa chiesa di San Nicolò, volgarmente detta di Sant’ Agostino, ora santuario di Santa Maria Goretti, e l’ adiacente ex monastero vennero costruiti nelle forme attuali nel corso del XVIII secolo. Precede il convento la chiesa la cui costruzione risale agli anni 1740 – 1756, mentre l’ edificio monastico fu realizzato tra il 1767 e il 1780 su disegno dell’ architetto corinaldese Giuseppe Carbonavi Geminiani. L’ antica chiesa medievale di San Nicolò realizzata su due piani, quello inferiore per il popolo e quello superiore per il clero, rimase inglobata nell’ edificio conventuale in occasione della nuova edificazione settecentesca. Di questa chiesa, che oggi ospita al piano inferiore la “ Sala del Costume “ e in quello superiore la biblioteca comunale, rimane traccia in quella parte dell’ edificio rotondeggiante all’ inizio di via del Velluto, che in origine doveva essere la sua abside. Questa chiesa, al pari delle altre appartenenti agli ordini religiosi soppressi, prime dal regno Napoleonico e poi successivamente all’ annessione al Regno d’ Italia, venne sottratta agli eremitani agostiniani e passò tra i beni comunali di cui ancora fa parte.

L’ attuale edificio ha un’ elegante facciata in laterizio con lesene le cui basi e capitelli sono in calcare. L’interno ad un’unica navata, a croce latina con cupola e lanterna nell’ area del transetto è un bell’ esempio di tarda architettura barocca non priva di eleganza nella garbata varietà degli effetti pittorici e scenografici. Nella chiesa sono conservate numerose opere d’ arte: un Annunziata seicentesca copia del Barocci, un Martirio di San Bartolomeo di Cesare Maggieri, una Madonna col Bambino e i Santi Monica, Domenico, Nicola di Mira, Antonio Abate e Agostino di Carlo Maratta, un crocefisso ligneo del XV secolo, un transito di San Giuseppe di Nicola Monti, e affrescate nei pennacchi della cupola la Prudenza, la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza. Sopra la porta d’ ingresso è una grande cantoria lignea con sopra un rivestimento dello stesso materiale che racchiude un prezioso organo del 1767 opera di Gaetano Callido.

Chiesa di Sant’ Antonio da Padova

La chiesa secondo una memoria degli inizi dell’ Ottocento venne costruita nel 1654 per volere di un certo Antonio Ciaffoni e nel 1707 Antonia Mobilile fece dono di tutti i suoi beni lasciando ai figli di Pietro Giuseppe Cesarini la facoltà di nominare il suo rettore e cappellano. Un altro documento di alcuni decenni precedente afferma che la chiesa venne eretta nel 1707 per volere della signora Maura Clementi che la dotò di alcuni terreni siti in Corinaldo. Il catasto infine del 1818 afferma che detto oratorio apparteneva alla cappellania Clementi, goduta dal sacerdote Lucangelo Cesarini del fu Ippolito. L’ edificio semplice e di piccole dimensioni conserva ancora oggi la struttura originaria che viene così descritta in un inventario settecentesco. Nell’ unico altare inoltre è tuttora esposta la statua del Santo titolare come sin dalla sua fondazione. La chiesa nei giorni nostri viene aperta ed officiata un solo giorno all’ anno, il 13 giugno, festa di Sant’ Antonio da Padova.

Chiesa di Santa Maria Delle Grazie

L’odierna chiesa di Santa Maria delle Grazie situata all’interno del cimitero comunale venne qui ricostruita forse in occasione della realizza­zione del cimitero avvenuta negli anni Settanta del secolo scorso. La precedente chiesa sorgeva nel piazzale dove ora si trova il monumento ai caduti all’incrocio tra via Olmigrandi e La stra­da detta appunto ” delle Grazie”.  L’origine della chiesa è dovuta alla particolare venerazione della miracolosa immagine dipinta nel muro e raffigurante la Madonna col Bambino in braccio. Narrano le cronache che il sacerdote ago­stiniano Stefano Nicola Borsi di Corinaldo devoto alla Madonna avviò una raccolta di ele­mosine che consentirono la costruzione chiesa dove venne portata l’immagine sacra, in prece­denza posta in una edicola che sorgeva lì accanto. I lavori di erezione del nuovo edificio eretto in un terreno a tale proposito donato da Guid’Ubaldo Sandreani, vennero iniziati il 26 maggio 1727 e portati a termine, con la,sua benedizione il 13 settembre 1728. La chiesa venne aggregata alla Confraternita del Santissimo Nome di Maria in Roma e in segui­to soppressione della Confraternita passò alla comunità di Corinaldo

Chiesa di San Bartolo di Monterado

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Questa chiesa compare per la prima volta in un documento del 1140 relativo alla conferma di alcuni beni spettanti al monastero di San Pietro in Massa di Cagli. L’appartenenza di questa chiesa al monastero di San Pietro è confermata dal papa Leone X nel 1514, allorché trasferisce la proprietà del monastero al vescovo di Cagli Tommaso Degli Albizzi. Nel 1585 Sisto V la sottrae al vescovo di Cagli e la cede alla eri­genda collegiata di San Medardo di Arcevia.

Tale possesso è confermato poi da tutti i docu­menti successivi sino al catasto del 1818 che la assegna ai ‘Canonici di Arcevia.  La chiesa di San Bartolo nel corso del XV secolo viene cointitolata anche a San Paterniano santo che in precedenza era venerato nella vicina chiesa di San Michele di Collurbano. Un inventario delle chiese della diocesi del 1746 ricorda nella chie­sa un dipinto raffigurante una Crocifissione con i Santi Bartolomeo e Paterniano. L’edificio attuale venne costruito alla metà di questo seco­lo, spostando di poco l’ubicazione originale che vedeva a la vecchia chiesa più vicina al confine con i comuni di Castel Colonna e Monterado.

Chiesa di Santa Maria del Piano

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La chiesa di Santa Maria del Piano è la più antica testimonianza architettonica di Corinaldo. L’ abside della chiesa e i resti della capriata collocano l’ edificio a cavallo tra il V e il VI secolo. Lo stesso precedente toponimo di Santa Maria in Portuno testimoni l’ esistenza in quel luogo di un precedente tempio pagano dedicato al culto del dio Portuno, divinità fluviale.   La chiesa, che nel corso dei secoli ha subito numerose modifiche, nell’ alto medioevo fu sicuramente il luogo sacro più importante e ricco del territorio corinaldese. Appartenuta al monastero avellanita prima e al Collegio Germanico poi, subì nel corso della sua lunga vita molteplici modificazioni. In origine era a tre navate con un ampia cripta sottostante interrata agli inizi del XVIII secolo. Altri interventi, che ne alterarono le caratteristiche originarie, vennero eseguiti nel Settecento e nell’ Ottocento sia nella chiesa che nelle strutture adiacenti.

L’ edificio si presenta oggi ad un’unica navata con tetto a capriate ed abside. Sulla parete destra sono tre colonne di epoca romana che in origine dividevano la navata centrale da quella destra ora inglobata nell’ edificio adiacente. Sulla sinistra sono due affreschi quattrocenteschi opera di un ignoto artista locale raffiguranti la Madonna del latte. Nell’ abside centrale si conserva una Maddalena ai piedi della Croce, opera di grande intensità espressiva di Claudio Ridolfi. Sulla destra è una decorazione plastica di altare, opera di ignoto scultore marchigiano, che richiamano alla mente analoghe composizioni michelangiolesche, in particolare nella posa giacente delle due statue allegoriche del timpano, riprese dalle cappelle medicee di Firenze. Nell’ altare, qui trasferito probabilmente in occasione della distruzione della chiesa di San Pietro di Corinaldo, si conserva un affresco raffigurante la Madonna del Buon Conforto datato 1540.

Chiesa di San Bartolo di Corinaldo

sanbartolodicorinaldoLa chiesa di San Bartolo in località Fonte Ziccaro venne costruita tra la fine del Duecento e gli inizi del secolo successivo. La chiesa è segnalata per la prima volta in un documento del 1359 e trenta anni dopo essa verrà consegnata dal vescovo Giovanni Faitani all’ allora rettore della chiesa di San Pietro di Corinaldo, Pascucci odi Cagli. L’ assegnazione di questa chiesa al rettore di San Pietro fu determinata dal grave stato di abbandono e distruzione in cui versava Corinaldo e con essa le sue chiese. Ma nonostante il passaggio sotto la nuova pieve di San Pietro la chiesa di San Bartolo cadde in rovina e nel 1452 essa era oramai distrutta.

Questa chiesa sorgeva probabilmente nello stesso luogo dove venne poi ricostruita agli inizi del Seicento e dove si trova ancora oggi. La chiesa di San Bartolo è ricordata dal Cimarelli nel suo libro stampato nel 1642 e in due documenti dei primi anni del XIX secolo. Nel primo si dice che era piccola e di cattiva struttura, che conteneva circa 100 persone, che apparteneva al popolo della contrada il quale provvedeva inoltre al mantenimento del sacerdote officiante. Nel secondo si afferma invece che la chiesa spettava al comune di Corinaldo. L’ edificio nel corso dei secoli ha subito diverse ristrutturazioni ed anche negli anni trascorsi i fedeli della contrada hanno provveduto alla sua buona conservazione.